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Nella giornata di mercoledì 16 ottobre 2019 si è tenuto presso la nostra azienda un convegno “Nocciolo: dal vivaio alla tavola”. In collaborazione con la Confagricoltura di Asti e Isagro (Italian creativity for plant health), abbiamo trattato temi quali: metodi di impianto e coltivazione del nocciolo e le problematiche relative alla cimice asiatica.
La pianta di nocciolo è caratterizzata per avere un tipico portamento a cespuglio, con l’apparato radicale ben esteso; sulla stessa pianta sono presenti sia fiori maschili (amenti) che producono polline, sia fiori femminili. L’impollinazione del nocciolo avviene tramite il vento. Essendo una pianta rustica si adatta a molteplici climi e tipi di terreno, anche se preferisce terreni sciolti con pH neutro (da 6,8 a 7,2). Soffre i terreni compatti con ristagni idrici. L’età ideale del nocciolo per essere impiantato è di due anni (un anno di ceppaia e uno di vivaio). Contrariamente a quello che si pensa, l’entrata in produzione avviene dopo 4/5 anni dalla messa a dimora in corileto anche per piante che hanno più di due anni. Il raggiungimento della massima produzione avviene dall’ 8°/9° anno e se potato in modo corretto riesce a produrre anche dopo 30-35 anni dall’impianto. Dopo aver preparato adeguatamente il terreno le piante devono essere messe a dimora, preferibilmente in autunno, ottenendo così un risultato migliore.
I costi di coltivazione possono essere riassunti come segue:
Al secondo, terzo e quarto anno di impianto i prezzi citati rimangono pressoché invariati, con l’aggiunta di una spollonatura manuale annuale di circa (€ 200/ha).
Al quinto anno i costi di gestione aumentano per:
Per quanto riguarda la problematica legata alla cimice asiatica è intervenuto ISAGRO (azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di agrofarmaci). La prima comparsa della cimice asiatica in Piemonte risale al 2013, è un insetto che attacca i frutti nella fase precedente alla completa maturazione e raccolta ed è originaria dell’Asia orientale. Questo insetto è risultato devastante a carico di numerose specie coltivate.
Da adulto presenta un colore grigio-marrone, misura 12-17 mm ed è largo 12-17mm, con colori cromatici che permettono di distinguerlo da altri insetti in noccioleto. Le femmine depongono uova bianche a gruppi di 25-30 da cui fuoriescono i piccoli che si spostano sulle specie ospitanti, quali alberi da frutto, ornamentali, orticole, mais, soia, frumento e vite. Tra le specie più colpite ci sono, il pero e il nocciolo.
I danni che reca ai frutti sono molteplici:
Le possibilità di lottare sono tuttora in fase sperimentale, l’impiego di insetticidi fornisce risultati parziali infatti le aree trattate sono spesso reinfestate da altri individui provenienti dall’esterno; nemici naturali esistono, ma i loro effetti non garantiscono risultati evidenti.
La tecnica che funziona meglio è quella dell’attirare e uccidere, consiste nell’allestire delle aree di richiamo ed attrazione, da sottoporre successivamente ad interventi con insetticidi. Il vantaggio è quello di trattare piccole aree con forte incidenza di popolazione. Il primo passo per gestire il problema è quello di monitorare l’evoluzione dell’insetto così da conoscere l’entità della popolazione e capirne le fasi del ciclo.
Dopo aver trattato i temi sopra citati, il titolare, Marco, della Vivai Nicola, ha condotto un discorso sulla propria azienda e sul metodo di lavorazione Nicolahazelnut, da lui brevettato. In seguito ha condotto una visita guidata dei propri impianti e ceppaie.
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Confagricoltura di Asti + Isagro
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