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L’impianto di un nuovo noccioleto è un’operazione alla quale va prestata particolare attenzione in quanto, in questa fase, si compiono scelte che potrebbero condizionare l’intero ciclo produttivo nonché economico del noccioleto.
Il sesto d’impianto, in arboricoltura, è la disposizione geometrica delle piante, con relative interdistanze, impostata in una piantagione legnosa.
Nell’arboricoltura moderna, il sesto d’impianto è generalmente impostato con criteri geometrici, distribuendo le piante in allineamenti paralleli, detti file o filari, separati da fasce rettangolari dette interfile.
La disposizione geometrica è importante perché:
I sesti di impianto più diffusi sono:
La scelta del sesto d’impianto è legata a diversi fattori:
Sistemazione d’impianto quadrata (Figura 1 – Disegno A) o rettangolare (Figura 1 – Disegno B): le piante vengono collocate sugli angoli di un quadrato o di un rettangolo.
Sistemazione d’impianto a quinconce (Figura 1 – Disegno C): le piante vengono sistemate ai vertici di un triangolo isoscele e disposte in campo nella stessa posizione delle caselle, dello stesso colore, della scacchiera del gioco di Dama.
L’ultima sistemazione proposta è da preferire nelle zone collinari perché riduce i rischi di ruscellamento superficiale delle acque e delle frane.
Il sesto d’impianto 5×5 si adotta nei terreni meno fertili mentre il 6×6 in quelli più fertili. Oggi, complice la meccanizzazione di molte pratiche colturali, ad esempio la potatura e la raccolta meccanica, sono aumentate le distanze fra le file.
Il nocciolo, una volta messo a dimora, può essere allevato a cespuglio, a vaso cespugliato e ad alberello.
La forma a cespuglio richiama il portamento naturale della pianta e in caso di rotture di pertiche (per neve, vento o attacchi fungini) ne consente il recupero attraverso la scelta di un germoglio nato dalla ceppaia della pianta.
Il fusto policauole (3 o 6 branche) rende più difficili le operazioni di gestione dei polloni e di raccolta delle nocciole.
La forma a cespuglio è più indicata in coltura asciutta (senza irrigazione) e in zone di altitudine elevata dove le nevicate sono più abbondanti.
Caratteristico dei noccioleti coltivati in Piemonte e, in particolar modo nell’Alta Langa.
È un sistema impalcato all’altezza 30-40 cm dal terreno.
L’astone (pianta giovane che può derivare da innesto o coltivata da seme) messo a dimora in autunno viene capitozzato a 30-40 cm..
L’anno successivo, scelti 4 5 rami vigorosi opportunamente orientati, si dà forma al vaso.
Questo permette, a differenza del sistema di allevamento a cespuglio, di effettuare facilmente le operazioni di spollonatura e di pulizia alla base della pianta.
Vista la presenza di un unico fusto (caule) e le chiome più contenute, agevola le operazioni colturali esercitate meccanicamente e i trattamenti con agrofarmaci.
Nel caso di rottura del fusto principale sarà necessario sostituire l’intera pianta.
L’allevamento a vaso cespugliato è più indicato per terreni fertili e dove è possibile irrigare.
È un sistema di allevamento monocaule (fusto unico) da quale si diramano 3-4 branche.
L’astone viene capitozzato a 70-80 cm da terra e da qui si scelgono i germogli meglio orientati che andranno a formare l’alberello.
Richiede più tempo e manodopera per le operazioni di potatura rispetto agli altri sistemi di allevamento precedentemente illustrati.
Adatto alle zone pianeggianti e per terreni fertili dov’è possibile irrigare.
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